Festa della Repubblica

2 giugno 2020
La Bicistaffetta partigiana – i Costituenti piacentini – I materiali per le scuole

Bicistaffetta partigiana

  • Ritrovo ore 9.00 alla sede di VeloLento, via X Giugno 3 – Piacenza
  • Percorso lungo la ciclovia del Po: Roncarolo – Caorso – san Nazzaro – Monticelli d’Ongina (circa 20 Km.)
  • Arrivo previsto ore 12.00 al Circolo Arci “Amici del Po” di Monticelli d’Ongina; pranzo a menù fisso
  • Rientro libero in città

I Costituenti piacentini

Giuseppe Arata

ARATA Giuseppe (Gragnano Trebbiense (Pc), 19/8/1901 – Piacenza, 25/6/1990)

Giuseppe_arataAvvocato, condivide lo studio con l’antifascista cattolico Francesco Daveri (attivissimo membro del Comitato di Liberazione locale, in costante rapporto con il Clnai (Cln alta Italia, con sede a Milano) e con il Soe – Special Operations Executive -, il servizio segreto britannico in Svizzera e a Milano; deportato, muore a Gusen/Mauthausen). Arata è un socialista. Nel 1942 entra in contatto con Lelio Basso e fa parte di un Comitato regionale antifascista di avvocati, segnalato dalla polizia. Riorganizza il Psiup (Partito socialista italiano di unità proletaria) a Piacenza e lo rappresenta nel Cln provinciale dal febbraio 1944, fino al suo arresto e all’incarcerazione, da cui però riesce a fuggire. Designato dal Cln come vicesindaco di Piacenza alla Liberazione, è anche segretario del Psiup cittadino e viene candidato per tale partito all’Assemblea Costituente nel Collegio di Parma (Parma, Modena, Piacenza, Reggio Emilia).  Eletto, interviene più volte sui temi costituzionali. Alla scissione socialista di Palazzo Barberini del 1947 aderisce al partito di Saragat (Psli, Partito Socialista dei Lavoratori Italiani, di orientamento moderato), nelle cui file viene eletto alla Camera nel 1948. Non si ricandida nel 1953 e lascia la politica attiva.

Nino Mazzoni

MAZZONI Nino (Piacenza, 19/6/1874 – Bordighera, 21/9/1954)

NINO MAZZONINel Psi (Partito socialista italiano) già da studente di legge a Bologna, sorvegliato dalla polizia fin dal 1896 per la sua attività anticolonialista, imprigionato per i moti del 1898 a Piacenza, passa nel 1900 a dirigere la federazione socialista a Ravenna. Dopo un periodo alla Umanitaria di Milano, nel 1908 affianca Argentina Altobelli alla guida della Federterra, a cui è principalmente legata la sua attività di organizzatore di ispirazione riformista. Redattore dell’Avanti! nel 1912 e deputato nel 1913, viene eletto nel collegio di Castel San Giovanni, allora al centro della mobilitazione contadina. Si distingue per le sue posizioni antimassoniche al congresso di Ancona e neutraliste in occasione della guerra. Nel 1919 e nel 1921 è eletto deputato nel collegio di Parma, proseguendo però la sua opera nella Federterra a favore del bracciantato agricolo e in opposizione alla piccola proprietà, posizioni che difende al Congresso di Livorno. Nel 1922 aderisce al Psu (Partito socialista unitario) di Filippo Turati, per il quale dirige La Giustizia ed è eletto alla Camera nel 1924. Aggredito dai fascisti e diffidato, apre a Milano un negozio di oggetti d’arte dando rifugio al leader socialista Camillo Prampolini, e durante la guerra ripara in Svizzera.
Dopo la Liberazione è eletto alla Costituente per il Psi, partito che lascia con la scissione del 1947 per aderire al Psli (Partito Socialista dei Lavoratori Italiani, di orientamento moderato). Nel 1948 è senatore di diritto.

Giovanni Pallastrelli

PALLASTRELLI Giovanni (Piacenza, 2/12/1881 – Sariano di Gropparello, 9/7/1959).

GIOVANNI PALLASTRELLIDi nobile famiglia, professore di Scienze Agrarie, è a Piacenza direttore della Cattedra ambulante di agricoltura. Nel 1913 viene eletto deputato per la lista liberale nel Collegio di Bettola. Eletto alla Camera nel Collegio di Parma nel 1919, è sottosegretario all’ Agricoltura nei governi Nitti e Giolitti; rieletto nel 1921, è sottosegretario alla Marina nei due governi Facta. Non viene rieletto nel 1924 e, in aspro conflitto con il fascismo locale, si allontana dalla politica attiva, risiedendo a Roma; sorvegliato come antifascista è costretto a rifugiarsi in Vaticano.
Durante la guerra aderisce alla Democrazia Cristiana, facendo parte del Cln di Roma e dopo la Liberazione della Consulta nazionale, al cui interno è membro della Commissione agricoltura e alimentazione.
Eletto alla Costituente nelle file della Dc, interviene perlopiù su temi di politica agraria.
Nel 1948 entra in Senato in qualità di membro di diritto e nel 1953 viene rieletto del Collegio di Fiorenzuola d’Arda-Fidenza.

Per la scuola:


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