Piacenza, 23 gennaio 2018, ore 21

8 marzo: alcune proposte di lavoro di ISREC

In un momento della nostra storia in cui le donne riaffermano sempre di più la loro indipendenza da scelte etero-imposte, mostrano tenacia nell’affrontare il quotidiano e non si sottraggono alla lotta, anzi, mostrano tutta la loro forza nell’affrontare la guerra o nel gridare la propria strenua opposizione ad essa, ci piace proporre questo libro in occasione della Giornata internazionale della donna che ci consegna profili biografici autentici di donne che, nel corso della storia, in diverse latitudini geo-politiche, hanno fatto una scelta di autodeterminazione e di coraggio nell’impegno nel sociale.

Si suggerisce anche un testo di teorizzazione femminista che contribuisce alla riflessione del ruolo della donna nell’epoca contemporanea.

 

Approccio storico/letterario

sinfoniaalfemminileGiovanna Frisoli e Amerigo Sallusti, Sinfonie al femminile, donne tra lotte ed impegno civile, Le piccole pagine, 2016

Vedi: https://vimeo.com/169553668

Sinfonia al femminile, scritto a quattro mani da Giovanna Frisoli e Amerigo Sallusti è un libro propedeutico alla comprensione di quanto accade oggi nella società, intorno a noi.

Le e nostre protagoniste sono Ada Gobetti, Emma Goldmann, Mother Jones, Le libertarie di Varsavia. Le loro storie sono accumunate da un sottile  filo rosso che è sostanzialmente l’impegno civile. Ada che combatte la guerra di Resistenza insieme la figlio Paolo vivendo un’esperienza straordinariamente intensa che riporta fedelmente nel suo Diario partigiano, partigiana e madre insieme che a Liberazione avvenuta si impegna anima e corpo per una scuola pubblica di qualità. Emma, novella Ulisse, sempre in cerca della felicità possibile nel contesto di continui ed epici conflitti tra le schiere degli immigrati europei dai tedeschi ai polacchi, dagli italiani agli irlandesi – sfruttati da un padronato senza remore. Padronato senza remore che è il nemico perenne della nostra Mother Jones immigrata irlandese e combattiva sindacalista appartenente all’organizzazione degli Industrial Workers of the World, nota per associare lavoratori precari, senza garanzie e spesso senza fissa dimora. Ma tutti accomunati da una grande volontà di riscatto. Infine le libertarie di Varsavia, collettivi, associazioni, raggruppamenti di quartiere animate con grande fervore soprattutto da donne, durante l’occupazione nazista del ghetto di Varsavia, nel quale riuscirono a mantenere forme di vita comune e collettiva inaspettata nelle condizioni date e sino alla distruzione totale del ghetto stesso da parte delle truppe naziste. Insomma uno sguardo attento al passato per cercare delle risposte ad un presente ed un futuro troppo spesso incerti.

 

femonazionalismoSara R. Farris, Femonazionalismo. Il razzismo nel nome delle donne, edizioni Alegre, 2019

Il concetto di femonazionalismo, coniato da Sara R. Farris in questo libro, è già diventato una categoria analitica di riferimento per molte pubblicazioni e dibattiti femministi. Una cornice teorica per leggere un fenomeno inaspettato dell’epoca contemporanea: l’uso da parte dei partiti di estrema destra della rivendicazione dell’uguaglianza di genere per portare avanti politiche islamofobe e razziste. Oggetto di indagine sono le strategie comunicative della Lega di Matteo Salvini, del Front National francese di Marine Le Pen e del Pvv di Geert Wilders nei Paesi Bassi. Le loro retoriche insistono sull’idea che gli uomini migranti siano un pericolo per le società occidentali dato il loro atteggiamento oppressivo verso le donne. Una narrazione di cui troviamo ricorrenze storiche nelle politiche coloniali impegnate a rappresentare gli uomini Altri come minacce sessuali e le donne Altre come proprietà dei “salvatori” bianchi. Ma il femonazionalismo è una ideologia che scaturisce da un’inedita intersezione tra nazionalisti, politici neoliberisti e alcune associazioni femministe e donne delle istituzioni. Una convergenza che nasce dalla volontà di mantenere la catena materiale della produzione e della riproduzione sociale. Nascondendo le disuguaglianze strutturali dietro conflitti culturali il femonazionalismo contribuisce alla riorganizzazione neoliberista del welfare. Se gli uomini migranti sono accusati di “rubare il lavoro” o essere dei “parassiti del welfare”, le donne migranti invece permettono agli europei e alle europee di lavorare nella sfera pubblica garantendo quel lavoro di cura che le ristrutturazioni neoliberiste hanno mercificato: lavori domestici, baby sitting e assistenza per anziani e disabili. Ne viene fuori una contraddizione di fondo: si sostiene di voler emancipare le donne non occidentali relegandole in quella sfera lavorativa da cui i movimenti femministi hanno storicamente cercato di liberare le donne. E riducendo il tema dei diritti di genere a uno scontro di civiltà si legittimano le molteplici forme di oppressione che ancora colpiscono le donne.