In occasione del 71° anniversario della liberazione di Calci, l’Amministrazione comunale organizza alcuni eventi tra cui la presentazione del libro di Umberto Abenaim (Edizione Scritture, 2015), che narra la vita del padre Carlo, sfuggito alla deportazione e salvatore dei nipoti Pacifici.

Carlo Abenaim visse con la sua famiglia anni sereni nella casa di Calci (Pisa) quando la cultura e la musica di una grande famiglia ebrea erano elementi di gioia in un’Italia ancora estranea alla violenza delle leggi razziali.

Intervengono l’autore e Carla Antonini, direttrice Isrec e curatrice scientifica del volume.

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Qualche parola sul volume

In questo libro, che Liliana Picciotto nella sua prefazione definisce “piccolo lessico famigliare”, il piacentino Umberto Abenaim racconta la storia della sua famiglia travolta dall’odio razziale, al pari di tutte le famiglie ebree dell’Italia fascista e dell’Europa occupata dai nazisti.

Gli Abenaim erano una vecchia e agiata famiglia ebraica di origine pisana che nel 1938, all’entrata in vigore delle leggi razziali che colpiscono gli oltre 50.000 nati da almeno un genitore ebreo o ex-ebreo, precipita dal prestigio professionale dei padri, e dalla gloria militare dei figli, alla segregazione sociale.

Con l’entrata in guerra dell’Italia e in particolare dopo l’8 settembre del ‘43 ha inizio per la famiglia la stagione dell’abbandono e della disperazione.

Perduti i beni materiali e costretti a cancellare i segni della loro esistenza in vita, gli Abenaim si disperdono nell’Italia occupata nel tentativo continuo di fuggire a una cattura che porterebbe alla deportazione nei campi di concentramento.

In uno scenario di violenza e illogico furore è il figlio Carlo, già progettista di talento e decorato al valore militare in Africa, futuro direttore dell’Arsenale Militare di Piacenza, a incarnare per i famigliari la speranza di “fuggire dal Faraone”. Egli infatti non si rassegna a sparire e trova giorno per giorno un posto al riparo, un camuffamento, una protezione che consenta alla famiglia di sopravvivere.

Così gli Abenaim, di rifugio in rifugio, passeranno da Pisa a Roma, da Firenze a Torino approdando infine a Piacenza, città militare e avamposto della Resistenza, dove la Liberazione ritroverà attoniti e increduli i sopravvissuti alla furia della storia.